Wolfgang Amadeus Mozart
Wolfgang Amadeus Mozart, nome di battesimo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791), è stato un compositore, pianista, organista, violinista eclavicembalista austriaco, a cui è universalmente riconosciuta la creazione di opere musicali di straordinario valore artistico. Mozart è annoverato tra i più grandi geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento.
Iniziò a comporre prima di aver compiuto i sei anni (la sua prima composizione, un minuetto(web link) per clavicembalo, risale al gennaio 1762), e morì all'età di trentacinque anni, lasciando pagine indimenticabili di musica. È stato definito dal Grove Dictionary(web link) come "il compositore più universale nella storia della musica occidentale": la sua produzione comprende musica sinfonica(web link), sacra(web link), da camera e opere di vario genere.
Fu il primo, fra i musicisti più importanti, a svincolarsi dalla servitùfeudale e a intraprendere una carriera come libero professionista(web link).
La musica di Mozart è considerata la "musica classica" per eccellenza: egli è infatti il principale esponente del classicismo settecentesco, i cui canoni principali erano l'armonia, l'eleganza, la calma imperturbabile e l'olimpica serenità.
Musicista di corte a Salisburgo (1773 - 1777)
Nel 1776 il suo interesse si spostò sui concerti per pianoforte, tra i quali è degno di rilievo il Concerto per pianoforte e orchestra n. 9 "Jeunehomme"(pdf), considerato dai critici un'opera cardine dell'evoluzione stilistica del compositore.
Nonostante il successo artistico, lo scontento di Mozart verso Salisburgo crebbe sempre di più, e aumentarono gli sforzi per la ricerca di una posizione alternativa. Una delle ragioni si può ricercare nel basso stipendio che percepiva (150 fiorini all'anno). Un altro motivo era l'assenza di commissioni per opere, genere a cui invece Mozart amava dedicarsi. La situazione peggiorò con la chiusura del teatro di corte nel1775.
Due viaggi interruppero il lungo periodo salisburghese, entrambi con lo scopo di trovare una nuova occupazione: Mozart visitò Vienna con il padre dal 14 luglio al 26 settembre 1773, e Monaco dal 6 dicembre1774 al marzo del 1775. Nessuno dei due soggiorni fu fruttifero, nonostante il successo della premièredell'opera La finta giardiniera(pdf), a Monaco.
Mannheim e Parigi (1777-1780)
Nell'agosto 1777 Mozart chiese all'arcivescovo il permesso di assentarsi da Salisburgo e il 23 settembre, accompagnato dalla madre, partì alla ricerca di nuove opportunità, in un viaggio che lo avrebbe portato a visitare Augusta, Mannheim, Parigi e Monaco.
Mozart e la madre si recarono in primo luogo ad Augusta, facendo visita ai parenti paterni; qui Wolfgang iniziò una vivace amicizia con la cugina Maria Anna Thekla (con la quale in seguito tenne una corrispondenza piena di umorismo allegro e osceno con frequenti riferimenti coprofili e coprofagi).
Alla fine di ottobre Mozart e la madre giunsero a Mannheim, la cui corte dell'Elettore Palatino era una delle più famose ed evolute in Europa sul piano musicale. Mozart vi soggiornò per più di quattro mesi, durante i quali divenne amico di vari musicisti, insegnò musica e suonò. Fu a Mannheim che Mozart si innamorò di Aloysia Weber(pdf), un soprano, seconda delle quattro figlie di un copista di musica. In questa città si dedicò anche alla composizione, con la stesura della Sonata per pianoforte n. 7, dei Concerti per flauto e orchestra n. 1 e n. 2 e di altre composizioni minori.
A Mannheim, però, Mozart non riuscì a trovare impiego, per cui partì per Parigi, insieme a sua madre, il 14 marzo 1778.
In una delle sue lettere si cita un possibile incarico da organista presso la Reggia di Versailles, ma Mozart non si mostrò disponibile ad accettarlo. Presto si ritrovò nei debiti e dovette impegnare alcuni suoi oggetti di valore.
Tra le composizioni più famose scritte durante il viaggio a Parigi si ricordano la Sonata per pianoforte n. 8 K. 310/300d e la Sinfonia n. 31 (anche chiamata, appunto, Parigi); la prima fu eseguita per la prima volta a Parigi il 12 giugno 1778, la seconda il 18 dello stesso mese.
Il giorno della prima della sinfonia, il 18 giugno, sua madre era seriamente malata. Secondo Halliwell, si ritardò a chiamare un medico a causa della mancanza di liquidità. Anna Maria Pertl coniugata Mozart, morì il 3 luglio 1778 e fu sepolta nel cimitero di Saint Eustache; al suo funerale erano presenti solo il figlio Wolfgang e l'amico Heina.
Durante il soggiorno a Parigi, Leopold negoziava con l'arcivescovo la riassunzione del figlio alla corte di Salisburgo. Con l'aiuto della nobiltà locale, fu offerto a Wolfgang un posto come konzertmeister e organista di corte, con un salario annuo di 450 fiorini. Dopo aver lasciato Parigi nel settembre 1778, sostò a Mannheim e a Monaco, serbando ancora qualche speranza di ottenere qualche incarico al di fuori diSalisburgo. A Monaco, in particolare, incontrò nuovamente Aloysia, nel frattempo divenuta una cantante di successo, che però non si dimostrò più interessata al compositore.
Rottura con l'Arcivescovo e permanenza a Vienna (1780-1781)
A metà gennaio del 1779 Mozart tornò a Salisburgo e il 17 accettò la nomina a organista di corte; nel periodo 1779-80 la sua attività compositiva fu regolare e la sua produzione musicale manifestò una maggiore maturità acquisita grazie all'esperienza fatta durante l'ultimo viaggio all'estero. Fra le sue opere più notevoli di questo periodo si trovano tre importanti sinfonie (Sinfonia n. 32 in sol maggiore K 318, Sinfonia n. 33 in si bemolle maggiore K 319 e Sinfonia n. 34 in do maggiore K 338), oltre alla cosiddetta serenata "Posthorn" K 320, alla Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in mi bemolle maggiore K 364 e alla Messa in do maggiore K 317 detta "dell'Incoronazione"; al di là delle apparenze, tuttavia, lo stato d'animo del compositore non era affatto tranquillo.
Il suo padrone, l'arcivescovo Hieronymus von Colloredo, non era propriamente un oscurantista: aderiva al programma di riforme promosse dall'imperatore Giuseppe II, favoriva la cultura e la ricerca e il suo governo manifestava una certa apertura sul piano politico e religioso. Attuò però una politica di tagli e di riduzioni di spese nell'ambito delle istituzioni musicali cittadine, fra l'altro chiudendo gli spazi riservati al teatro musicale; negli anni precedenti Mozart si era lamentato più volte, nelle sue lettere, della scarsa considerazione in cui Colloredo teneva la musica e i musicisti e del fatto che a Salisburgo non si potessero rappresentare né ascoltare opere liriche.
Dopo il suo ritorno a Salisburgo, il massimo desiderio di Mozart era quello di comporre melodrammi, e in particolare opere italiane, un genere musicale per il quale egli si sentiva particolarmente portato; era dai tempi della Finta giardiniera, cioè da sei anni, che Mozart non si cimentava in questo tipo di opere. Dopo il ritorno da Parigi, però, e fino all'estate del 1780, il catalogo mozartiano registra due soli tentativi nel campo della musica per il teatro: l'incompiuto Zaide e le musiche di scena per il dramma Thamos, re d'Egitto.
L'attività di pianista-compositore
Nel periodo compreso fra l'inverno 1782-83 e la primavera del 1786, i Concerti per pianoforte e orchestrafurono la più rilevante fonte di introiti per Mozart. In tale arco di tempo, Mozart ne compose quattordici, che lui stesso eseguì a Vienna, in veste di pianista e direttore d'orchestra, in una serie di concerti su sottoscrizione da lui stesso organizzati, riscuotendo notevole successo; nel marzo 1784 la lista degli abbonati ai suoi concerti comprendeva centosettantasei persone, fra cui molti esponenti dell'aristocrazia grande e piccola, vari alti burocrati statali nonché gli intellettuali più importanti della città. Questo periodo di fortuna, anche economica, si interruppe dopo il maggio 1786, in coincidenza con l'allestimento viennese de Le Nozze di Figaro: tale opera infatti, con i suoi fermenti di critica sociale, alienò a Mozart i favori del pubblico aristocratico e alto-borghese della capitale, il quale, da allora, iniziò a preferirgli musicisti magari meno geniali, ma artisticamente e politicamente meno inquietanti (come ad esempio Leopold Kozeluch).
I due più alti capolavori della serie sono il Concerto in re minore n. 20 K 466 e il Concerto in do minore n. 24 K 491; particolarmente importanti sono anche il Concerto in la maggiore n. 23 K 488, il Concerto in sol maggiore n. 17 K 453, il Concerto in fa maggiore n. 19 K 459 e il Concerto in do maggiore n. 25 K 503. Il Concerto in re maggiore n. 26 K 537, composto nel febbraio 1788, è detto "dell'incoronazione" in quanto fu eseguito dal suo autore a Francoforte il 15 ottobre 1790 in occasione dei festeggiamenti per l'incoronazione di Leopoldo II.
Fra le altre opere principali del pianismo mozartiano di questo periodo vi sono il Quartetto per pianoforte e archi in sol minore K 478, del 1785, e il Quartetto per pianoforte e archi in mi bemolle maggiore K 493, del 1786; quest'ultimo è caratterizzato da un particolare slancio innovativo che fu apprezzato anche dai contemporanei; notevole anche il Trio per pianoforte, viola e clarinetto in mi bemolle maggiore K 498, detto "delle boccette" in quanto, secondo la tradizione, sarebbe stato composto durante una partita a boccette fra amici. Il Quintetto per pianoforte, oboe, clarinetto, corno e fagotto in mi bemolle maggiore K 452 era altamente stimato dallo stesso Mozart, che lo considerò la sua migliore composizione fino ad allora.
In questi anni si collocano anche le ultime quattro Sonate per violino e pianoforte: la Sonata in si bemolle maggiore K 454 (21 aprile 1784) è dedicata alla violinista italiana Regina Strinasacchi; la Sonata in mi bemolle maggiore K 481 (12 dicembre 1785) è notevole per il suo lirismo; a esse fanno seguito l'appassionataSonata in la maggiore K 526 (24 agosto 1787) e la Sonata in fa maggiore K 547 (26 giugno 1788).
La Fantasia in do minore K 475 per pianoforte solo e la Sonata per pianoforte n. 14 in do minore K 457 risalgono entrambe al 1785. La Sonata per pianoforte n. 15 in fa maggiore, pubblicata nel 1788, si compone di un Allegro e di un Andante K 533 composti nel gennaio 1788, e di un Rondò K 494 composto nel 1786. La Sonata per pianoforte n. 16 in do maggiore K 545 è del 26 giugno 1788, mentre la Sonata per pianoforte n. 17 in si bemolle maggiore K 570 e la Sonata per pianoforte n. 18 in re maggiore K 576 risalgono rispettivamente al febbraio e all'estate del 1789.
Dopo aver dato impulso, con Il ratto dal serraglio, allo sviluppo del genere Singspiel, Mozart offrì un altro importante contributo alla vocalità tedesca, e in particolare austriaca, con una serie di importanti Lied per voce e pianoforte, composti in gran parte dopo il 1784. Il migliore di essi è considerato Das Veilchen K 476, del 1785, su testo di Goethe; gli altri Lieder, benché penalizzati dal divario qualitativo fra la musica di Mozart e i testi (spesso mediocri) dei letterati austriaci dell'epoca, comprendono comunque alcuni capolavori come Abendempfindung K 523, Traumbild K 530, entrambi del 1787, e Sehnsucht nach dem Frühling K 596. Il tema di quest'ultimo è sostanzialmente lo stesso che appare nel rondò finale del Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 in si bemolle maggiore K 595.
Concerto per flauto e orchestra n. 2 (Mozart)
Il concerto per flauto e orchestra in Re maggiore K 314 venne scritto da W. A. Mozart, probabilmente a Mannheim, per adempiere alla commissione avuta dal gentiluomo olandese di origine indiana De Jean (o Dejean).
Tre erano le composizioni per flauto ordinate ma Mozart, che pare non lavorasse a questi brani con grande entusiasmo, ne completò solo due il K 313 e il K 314. Il concerto in esame non è nuovo ma il risultato di una pura e semplice trascrizione per flauto di un concerto per oboe scritto l'anno prima a Salisburgo operando una trasposizione di tonalità dal Do maggiore a Re maggiore e variandone alcune parti solistiche per meglio aderire alle peculiarità tipiche (tecniche e timbriche) del flauto.
Questi fatti fecero sì che il committente riconoscesse a Mozart solo la metà di quanto pattuito.
Questi fatti fecero sì che il committente riconoscesse a Mozart solo la metà di quanto pattuito.
Il concerto è strutturalmente composto con in mente i concerti per violino del 1775 sia per la parte solistica che per quella orchestrale.
Il carattere è francese, l'impostazione brillante e non mancano tratti di bellezza melodica.
Il primo movimento (allegro aperto) si apre con un tema composto di due parti la seconda delle quali invece di avere una funzione predominante non sarà più ripresa.
L'andante ma non troppo ha un'andatura pastorale. Nel rondò (allegro) con cui il concerto termina si sfruttano le possibilità tecniche del flauto con una maestria intuitiva proprie del genio mozartiano. Un refrain particolarmente brillante viene esposto più volte con una serie di variazioni e trovate sempre diverse e sorprendenti.
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