Testo: Wilhelm Müller
Organico: voce, pianoforte
Composizione: ottobre - novembre 1823
Edizione: Sauer & Leidesdorf, Vienna, 1824
Dedica: Carl Freiherr von Schönstein
Die schöne Müllerin D 795 Op. 25 (La bella mugnaia) è un ciclo di 20 lieder composti da Franz Schubert nel 1823 sui testi di Wilhelm Müller, poeta romantico minore, che aveva composto un omonimo ciclo di poesie. Di soli tre anni più vecchio di Schubert, morirà anch'egli in giovine età.
Il ciclo narra la storia di un giovane mugnaio che lascia la propria casa e, incamminandosi lungo la via indicata dal ruscello, arriva in un altro mulino. La bellezza del posto e l'amore che prova per una giovane e bella mugnaia lo trattiene in quel luogo. Il ragazzo mette in atto una serie di azioni spinto dai sentimenti che pervadono il suo animo e dal desiderio che questi vengano ricambiati dalla bella mugnaia. Quando finalmente questo avviene, spunta inaspettatamente un terzo incomodo, un cacciatore, che conquisterà facilmente il cuore della sua amata. La tristezza per il perduto amore non permetterà al giovane di sopravvivere e il desiderio di morte sarà cantato dallo stesso ruscello.
Il protagonista assoluto dei lieder è il giovane mugnaio; quanto narrato è visto attraverso le sue parole e i suoi sentimenti. Tuttavia l'elemento essenziale della poetica è l'acqua che scorre, parla, canta.
Le poesie sono piene di sfumature e molto delicate. Schubert ne ha colto completamente lo spirito. La parte musicale integra ed arricchisce la parte poetica.
Di seguito si riporta un breve escursus del ciclo.
- Das Wandern: Das Wandern ist des Müllers Lust - Mässig geschwind (si bemolle maggiore)
- Wohin?: Ich hört' ein Bächlein rauschen - Mässig (sol maggiore)
- Halt!: Eine Mühle seh' ich blinken - Nicht zu geschwind (do maggiore)
- Danksagung an den Bach: War es also gemeint - Etwas langsam (sol maggiore)
- Am Feierabend: Hätt' ich tausend Arme zu rühren - Zeimlich geschwind (la minore)
- Der Neugierige: Ich frage keine Blume - Langsam (si maggiore)
- Ungeduld: Ich schnitt es gern in alle Rinden ein - Etwas geschwind (la maggiore)
- Morgengruss: Guten Morgen, schöne Müllerin - Mässig (do maggiore)
- Des Müllers Blumen: Am Bach viel kleine Blumen stehn - Mässig (la maggiore)
- Tränenregen: Wir sassen so traulich beisammen - Ziemlich langsam (la maggiore)
- Mein!: Bächlein, lass dein Rauschen sein - Mässig geschwind (re maggiore)
- Pause: Meine Laute hab' ich gehängt - Ziemlich geschwind (si bemolle maggiore)
- Mit dem grünen Lautenbande: Schad' um das schöne grüne Band - Mässig (si bemolle maggiore)
- Der Jäger: Was sucht denn der Jäger - Geschwind (do minore)
- Eifersucht und Stolz: Wohin so schnell - Geschwind (sol minore)
- Die liebe Farbe: In Grün will ich mich kleiden - Etwas langsam (si minore)
- Die böse Farbe: Ich möchte ziehn in die Welt hinaus - Ziemlich geschwind (si maggiore)
- Trockne Blumen: Ihr Blümlein alle, die sie mir gab - Ziemlich langsam (mi minore)
- Der Müller und der Bach: Wo ein treues Herze in Liebe vergeht - Mässig (sol minore)
- Des Baches Wiegenlied: Gute Ruh', gute Ruh' - Mässig (mi maggiore)
Trockne Blumen
La forma di questo Lied romantico viene riproposta da Schubert in una composizione postuma (op. 160 D 802): le Variazioni sul tema ‘Trockne Blumen’ per pianoforte e flauto, una interessante indicazione (‘piano e flauto’, non il più comune ‘flauto e piano’) che lascia intendere la chiara concezione cameristica del brano. Dal tema si scioglierà un’alternanza flauto/piano che ‘dicono’ con pari dignità le parti melodiche nelle sette variazioni. La voce del flauto è guidata dal tema del Lied, che viene proposto per la prima volta dal pianoforte nelle otto battute iniziali dell’Andantino, dopo un’Introduzione a suggerire all’ascoltatore un contesto d’introspezione, oscillando dalla tonalità minore a quella maggiore: funerea l’atmosfera creata dal ritmo di pavana iniziale, che vede però risolversi in una possibilità luminosa, alla battuta 23 con quell’accordo di quinta diminuita che suggerisce un sorriso, un’apertura. Gli ultimi versi del Lied, infatti, cantano la fine dell’inverno, la rinascita, la vita: Dann, Blümlein alle, Heraus, heraus! Der Mai ist kommen, Der Winter ist aus.
È incredibile come la struttura musicale concepita da Schubert in queste otto battute che ripropongono il tema di ‘Trockne Blumen’ si integri con il senso del testo poetico e alla sua evoluzione verso una prospettiva di serenità (il ritorno alla tonalità maggiore).
I due linguaggi, quello musicale e quello poetico, convivono in questa partitura regalando un piccolo gioiello alla storia della letteratura del flauto (poche sono le pagine del primo Romanticismo dedicate a questo strumento) e a quella del piano, a cui viene offerta la non scontata possibilità di ‘cantare’, un aspetto che contraddistingue Schubert anche nella produzione esclusivamente pianistica: il primo movimento della sonata per pianoforte in Mi minore, per rimanere nella stessa tonalità delle Variazioni, si sviluppa lungo articolate linee melodiche nel registro medio-alto, quasi a ricalcare la tessitura della voce umana.
Così nelle Variazioni su Trockne Blumen, di grandiosa maestria è lo sviluppo graduale di questo tema malinconico in Mi minore verso una sesta variazione (tempo di marcia) e una settima variazione (Allegro), con cui si conclude il brano, nella tonalità di Mi maggiore. Una lenta e densa metamorfosi, un viaggio dalla morte alla vita, una catarsi.
(in tedesco)
Ihr Blümlein alle,
die sie mir gab,
euch soll man legen
mit mir ins Grab.
Wie seht ihr alle mich an so weh,
als ob ihr wüsstet, wie mir gescheh?
Ihr Blümlein alle, wie welk, wie blass?
ihr Blümlein alle, wo von so nass?
Ach, Tränen machen nicht maiengrün,
Machen tote Liebe nicht wieder blühn,
und Lenz wird kommen, und Winter wird gehn,
und Blümlein werden im Grase stehn.
und Blümlein liegen in meinem Grab,
die Blümlein alle, die sie mir gab.
Und wenn sie wandelt am Hügel vorbei
und denkt im Herzen: Der meint' es treu!
Dann, Blümtein alle, heraus, heraus!
Der Mai ist kommen, der Winter ist aus.
FIORI APPASSITI
(in italiano)
Voi fiorellini tutti,
che lei mi dava,
dovrete esser deposti
con me nella tomba
Perché mi guardate così tristi,
come se conosceste la mia pena ?
Voi fiorellini, perché così pallidi ed appassiti,
voi fiorellini, perché così bagnati?
Ahimè, le lacrime non fanno rinverdire,
non fanno rifiorire l'amore morto,
e verrà la primavera, passerà l'inverno,
e fiorellini compariranno nel prato,
e fiorellini staranno nella mia tomba,
tutti quelli che lei mi dava.
E quando lei camminerà davanti alla collina
pensando nel suo cuore: lui era fedele!
Allora, fiorellini, fuori, fuori tutti!
Maggio sarà venuto, e l'inverno passato
Introduzione e Variazione
Illustrare il significato del termine "introduzione" potrebbe sembrare pleonastico; eppure in campo musicale questo termine si presta a interpretazioni differenti e a distinguo. Un significato generico è intuitivo: l'introduzione è l'inizio di una composizione musicale; ma all'interno di questa definizione generica si nascondono molte sfumature. L'introduzione può essere un movimento staccato di una composizione vasta (il primo numero di un'opera lirica); oppure la prima sezione di un movimento in due o più sezioni. In entrambi i casi si pone il problema di quale sia il rapporto della parte con il tutto. Secondo la logica dello stile classico, impostasi poi come modello di riferimento per tutto l'Ottocento e oltre, l'introduzione per antonomasia è una sezione lenta che può venire premessa a una sezione più ampia, in genere articolata in forma-sonata, che costituisce il tempo iniziale di una sonata, un quartetto, una sinfonia (raramente il tempo finale, come nella Sonata op. 69 di Beethoven). Ciò che, da Haydn in poi, è significativo, è che il compositore fa uso nell'introduzione di alcuni frammenti tematici che verranno poi ripresi all'interno della seguente forma-sonata; in questo caso l'introduzione costituisce la premessa interlocutoria di qualcosa che verrà esplicitamente affermato in seguito. Ma si dà anche il caso opposto, quello dell'assoluta indipendenza del materiale delle due sezioni (Beethoven, Sinfonia n. 4); e dunque l'introduzione serve a creare un effetto di "sorpresa" con il passaggio alla sezione successiva. Capita poi che il materiale dell'introduzione venga anche riproposto ripetutamente nel corso della forma-sonata, con la funzione di potenziare l'effetto interlocutorio (Beethoven, Sonate op. 13 e op. 31 n. 2).
Procedimento fondamentale del linguaggio musicale che consiste nel trasformare con diversi artifici un elemento tematico di base.
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