Dotato di una precoce inclinazione musicale, ebbe come primo maestro l' organista del paese, Don Pietro Baistrocchi, Verdi, da ragazzo, si esercitava su una vecchia spinetta ed aiutava i genitori nella bottega, una modesta osteria di paese.
A dodici anni si recò a Busseto per aiutare negli affari il suo futuro protettore Barezzi, ed a Busseto frequentò il ginnasio, studiò musica con il maestro Ferdinando Provesi, direttore della Società Filarmonica e latino con il canonico Seletti.
Fu in seguito a Milano con una borsa di studio del Monte di Pietà e con un sussidio del Barezzi.
Nel 1828, a 15 anni, compose una sinfonia ispirata a “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini, a diciannove anni tentò di entrare in Conservatorio(che oggi porta il suo nome), ma non vi fu ammesso perché non aveva più l’età adatta e decise di proseguire privatamente gli studi con il maestro al cembalo della Scala Vincenzo Lavigna, che era anche professore di solfeggio del Conservatorio.
Tornato a Busseto, venne nominato maestro di musica del Comune e Direttore della Banda.
Nel 1835 sposò la figlia del suo protettore Margherita Barezzi, da cui ebbe due figli e si trasferì a Milano dove, ottenuto nel 1838, un contratto con la casa di edizioni musicali Ricordi, Verdi esordì come compositore di opere.
La sua prima opera "Oberto Conte di San Bonifacio", commissionata dall’impresario del Teatro La Scala di Milano Bartolomeo Merelli, andò in scena con successo il 17 novembre del 1839, ma la seconda opera "Un giorno di regno", a soggetto comico, rappresentata il 5 settembre dell‘anno dopo, cadde rovinosamente, fu duramente fischiata e non ebbe neppure una replica, aggiungendo così sconforto a Verdì già provato per la scomparsa della moglie e dei due figli.
Ma si era solo agli inizi della instancabile e prodigiosa attività di Verdi che proseguì di successo in successo con “Nabucodonosor” (o Nabucco)(.pdf) rappresentata il 9 Marzo del 1842, seguita da “I Lombardi alla Prima Crociata“, andata in scena sempre alla Scala l'11 febbraio 1843, “Ernani” (Teatro La Fenice di Venezia, 9 marzo 1844), “I due Foscari” (Teatro Argentina di Roma, 3 novembre 1844),“Giovanna d'Arco” (Teatro alla Scala di Milano, 15 febbraio 1845), “Alzira” (Teatro San Carlo di Napoli, 12 agosto 1845), “Attila” (Teatro La Fenice di Venezia, 17 marzo 1846), “Macbeth”(.pdf)(Teatro della Pergola, 14 marzo 1847), “I Masnadieri“ (Teatro Her Majesty di Londra, 22 luglio 1847), “Il corsaro” (Teatro Grande di Trieste, 25 ottobre 1848), “La battaglia di Legnano” (Teatro Argentina di Roma, 27 gennaio 1849), “Luisa Miller” (Teatro San Carlo di Napoli, 8 dicembre 1849), “Stiffelio“, rappresentato al Teatro Grande di Trieste il 16 novembre 1850.
Verdi aveva trentasette anni e le sue opere erano ormai rappresentate nei teatri di tutta Europa, aveva affrontato anche l'esperienza del Grand Opéra parigino mettendo in scena “I Lombardi” sotto la nuova veste di “Jerusalem“.
Nella primavera del 1851 Verdi si trasferì insieme alla sua nuova compagna, Giuseppina Strepponi (che viveva con lui dal 1849 e che sposerà nel 1859), in una tenuta nel Piacentino a Sant'Agata, una frazione di Villanova sull'Arda (Piacenza), poco lontano da Busseto, dove si dedicò con passione all'agricoltura, coltivò il suo interesse per l'arte, la poesia, l'economia e la politica, fu anche eletto consigliere nella giunta della provincia di Piacenza e continuò a comporre opere che ebbero ancor più successo delle precedenti, come:“Rigoletto” (Teatro La Fenice di Venezia, 11 marzo 1851), “Il Trovatore”(.pdf)(Teatro Apollo di Roma, 19 gennaio 1853), “La Traviata” (Teatro La Fenice, 6 marzo 1853), “I Vespri Siciliani” (Teatro de l'Operà di Parigi, 13 giugno 1855), “Simon Boccanegra” (Teatro La Fenice, 12 marzo 1857), “Un ballo in maschera”(.pdf)(Teatro Apollo di Roma, 17 febbraio 1859).
In quegli anni Verdi si dedicò anche alla politica : dal 1861 al 1865 fu deputato del primo Parlamento del Regno d’Italia, di questa esperienza ci resta l’”Inno delle Nazioni“, composto per l'Esposizione Universale di Londra nel 1862.
Dopo la rappresentazione de “La forza del destino” al Teatro Imperiale di Pietroburgo, il 10 novembre 1862, Verdi rallentò il ritmo della sua produzione e compose ancora “Don Carlos” (Teatro de l'Operà di Parigi, 11 marzo 1867), “Aida”(.pdf)(Teatro dell'Opera del Cairo, 24 dicembre 1871), commissionata per l'inaugurazione del canale di Suez e l'unica composizione di genere cameristico il “Quartetto in mi minore per archi” nel 1873.
Nel 1874, sebbene Verdi si fosse ormai allontanato (deluso) dalla politica venne nominato Senatore, scrisse una “Messa di Requiem” per la morte di Alessandro Manzoni, rappresentata nella Chiesa di San Marco a Milano il 22 maggio e, negli anni seguenti, le ultime opere “Otello” (5 febbraio 1887) e “Falstaff “(9 febbraio 1893) che furono rappresentate a Milano, dove si era trasferito, dove compose quattro pezzi di musica sacra “Ave Maria”, “Laudi alla Vergine”, “Te Deum” ed il “Pater noster”, e dove il 16 Dicembre 1899 istituì l'“Opera Pia Casa di Riposo per i Musicisti“ volendo generosamente assicurare una vita decorosa a coloro che si erano dedicati all' Arte Musicale e che si trovavano in condizioni precarie.
Giuseppe Verdi morì a Milano, nel compianto dei suoi tanti ammiratori, il 27 gennaio 1901 ed è sepolto nella Casa di Riposo dei Musicisti di Milano da lui fondata.
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