giovedì 11 giugno 2015

SABRINA MARRAZZO "LE OPERE 32 E 21 DI R. SCHUMANN NEI CONCERTI DEGLI STUDENTI 2015"


              "ROBERT SCHUMANN ROMANZA OP. 32"


                                       Klavierstücke per pianoforte, op. 32

Dopo la scomparsa di Weber, Beethoven e Schubert, spetta a Schumann il ruolo di figura chiave nel campo della storia della letteratura pianistica: ancor più di altri musicisti vissuti durante il Romanticismo (Chopin e Mendelssohn, per citare i più grandi) Schumann trae dal mondo artistico e culturale che lo circonda suggestioni e simboli che convivono con problemi compositivi di natura strutturale. L'inesauribile fantasia della sua musica si manifesta in un clima irrequieto e mutevole, capace di passare senza soluzione di continuità da un caldo intimismo al 'delirio' più esagitato. Fantasia ed immaginazione sono i principi che danno forma sia alle architetture più classiche (Sonata o Variazione che siano) sia alle nuove strutture in grado di contenere la straripante quantità di invenzioni musicali. Nasce così con Schumann il ciclo, il polittico, fatto di brani distinti ma collegati   da una logica conseguente e inseparabile. 
Dal punto di vista strettamente pianistico Schumann ha contribuito, insieme a Chopin e Liszt, alla definizione e all'arricchimento della tecnica del pianoforte; erano quelli gli anni del delicato ed entusiasmante passaggio da uno strumento ancora in divenire alla straordinaria 'macchina' dalle possibilità tecniche e timbriche quasi infinite. Come Chopin, anche Schumann ha come punto di riferimento, per il timbro, il suono del pianoforte viennese anche se poi molte pagine successive postulano possibilità tecniche e foniche di maggiore evidenza.   

Composti nel 1838-39, i Quattro pezzi op.32, furono pubblicati nel 1841 e da allora sono raramente eseguiti forse per la loro apparente discontinuità forse perché 'oscurati' dai grandi capolavori pianistici dello stesso Schumann. I brani sono apparentati dalle tonalità vicine, da un tipico ritmo puntato ma soprattutto dall'ispirazione. Lo Scherzo e la Romanza appartengono allo Schumann romantico, gli altri due all'ammiratore di Bach, il grande 'nume tutelare' dei musicisti romantici. Schumann dedicò a Bach numerose composizioni (Sei studi in forma canonica per pianoforte a pedali op. 56 del 1845, Quattro fughe op. 72 del 1845, Sette pezzi in forma di fughetta op. 126 del 1853, per non parlare delle Sei fughe sul nome BACH per organo o piano a pedali op. 60 del 1845, una vera e propria imitazione romantica dell'Arte della Fuga), che testimoniano non solo del bisogno di una maggiore profondità di stile, ma anche della tendenza pedagogica del movimento romantico, per non parlare dello strano fascino che il passato esercitava su quella generazione. Se dunque dal punto di vista formale i Quattro pezzi op. 32 oscillano variamente da Bach a Hoffmann, dalla polifonia al fantastico, è possibile riscontrare in questi piccoli capolavori riferimenti a Mozart (e la sua Giga K. 574) o anticipazioni di quello stile 'sussurrante' che sarà tipico di tante pagine pianistiche dello stesso Schumann. Grande varietà coloristica, attenta cura nell'impiego dello staccato e del legato che sfrutta a pieno le potenzialità delle due mani; si apre così un nuovo stile fatto di libera espressione, di alternanza tra l'intimo e il brillante, fra la morbidezza e la vivacità.
Lo Scherzo (Sehr markiert, "molto marcato") propone i sussulti di ritmi puntati saltellanti, ossessivi, con modulazioni inquiete e improvvisi punti coronati che non svaniscono nemmeno nella più 'calma' sezione centrale.
La Giga (Sehr schnell, "molto veloce") è in forma di Fuga ma Schumann mantiene leggera la struttura non sovrapponendo mai più di tre voci.
La Romanza (Sehr rasch und mit Bravour, "molto veloce e con agilità") è forse la pagina più originale dell'intero ciclo. Anche qui siamo in presenza di un tema dal ritmo puntato ossessivo, accompagnato da gruppi dì due semicrome in staccato che scandiscono violentemente tutti i tempi della battuta. Come nello Scherzo, la sezione centrale è solo apparentemente più 'tranquilla', più lenta e melodica, mentre l'accompagnamento conserva tutta l'agitazione della prima parte.
La Fughetta (Leise, "tranquillo") ha come tema un curioso motivetto di 'caccia', ondeggiante e dalle armonie sempre cangianti; l'uniformità dinamica e la chiusura in diminuendo su quattro accordi Adagio danno proprio l'impressione che il compositore voglia allontanarsi, dopo tutte queste acrobazie, in punta di piedi!




  1. Scherzo - Sehr markit (si bemolle maggiore)
  2. Gigue - Sehr schnell (sol minore)
  3. Romanze - Sehr rasch und mit Bravour (re minore)
  4. Fuguette - Leise  (sol minore)

  


 Curatore  Clara Schumann
                  
Organico: pianoforte
Composizione: 1838 - 1839
Edizione: Schuberth, Lipsia, 1841
Dedica: Amalie Rieffel



Partitura Scherzo Op.32

Partitura Gigue Op.32



            

      Esecuzione Emil Gilels: Schumann- Four piano pieces op.32





Partitura Romanza Op.32               Esecuzione Scherzo op.32 Jorg Demus File audio Mp3

Partitura Fughette Op.32               Esecuzione Op.32 Emil Gilels File Audio Mp3               

    


 Esecuzione Grigory Sokolov: Schumann-Romanze op-32





Partitura Completa Opera 32 Schumann         






      "ROBERT SCHUMANN NOVELLETTA OP.21 N.1"

                                                  Otto pezzi per pianoforte.

«Come sono stato felice nei giorni scorsi, giovane, leggero... In queste ultime tre settimane ho composto una quantità spaventosa di musica, di scherzi, di storie di Egmont, di scene di famiglia con genitori, un matrimonio: insomma, come vedi, tutte le cose più desiderabili! Ho chiamato il tutto Novelletten perché il tuo nome è Clara come quello della Novello, e perché Wiecketten purtroppo non suonava così bene!». Questa lettera di Schumann a Clara Wieck, scritta il 6 febbraio 1838 in quel tono insieme scherzoso e appassionato che lo distingueva, rivela lo stato d'animo da cui nacquero le otto Novelletten op. 21, uno dei frutti più maturi e straordinariamente densi del pianismo schumanniano. L'amore per Clara, seppure ancora aspramente contrastato e coperto nel titolo con curiosa metafora (e chissà che il fantasma della bella cantante che furoreggiava a Lipsia non abbia ingelosito Clara), avvampava in quel tempo più forte che mai, dettando a Schumann piene meravigliose di musica. «La musica affluiva in me» - egli scriveva; «cantavo continuamente mentre componevo, e quasi tutto è venuto a meraviglia. Ora gioco con le forme...».              
Che questo gioco con le forme avvenisse in mezzo a uno slancio e a un ottimismo perfino insoliti, evidentemente ispirati dalla presenza di Clara, è dimostrato dal veemente lirismo e dalla fondamentale unitarietà di questi otto pezzi, tutti in modo maggiore e tutti ruotanti attorno alla tonalità di re maggiore, che appare in ben cinque brani. Un segno evidente della definitiva affermazione di Florestano contro Eusebio? Piuttosto, forse, la conseguenza di una momentanea esaltazione che si chiude in se stessa, non prima però di aver percorso, ora monologando audacemente ora dialogando appassionatamente, tutte le tappe di una fantasiosa necessità espressiva.
I riferimenti alla realtà o all'immaginazione denunciati dal musicista stesso sono naturalmente soltanto i materiali di partenza di una trasfigurazione che soggiace alle leggi dell'invenzione strumentale, della sperimentazione armonica, della libertà formale vigilata, della policromia ritmica, della pregnanza melodica. In altri termini, il punto di arrivo coincide con la totalità del linguaggio di Schumann e del suo stile personale, ormai in grado, mediante il pianoforte, di fissare e moltiplicare in un'esplosione continua di idee, di forme che si concatenano e si rispondono, le suggestioni del suo romanticismo di sogno.
Queste suggestioni si palesano talvolta sotto forma di programma o di visione. Così, per esempio, nell'Intermezzo della terza Novelletta si immagina l'evocazione delle tre streghe del Macbeth, in un clima di sinistra, cupa oscurità. Si tratta forse di una meditazione interrogativa sul senso del destino («Quando ci ritroveremo ancora noi tre / in mezzo ai fulmini, ai lampi o alla pioggia», questi i versi che recava in epigrafe la prima edizione), che dura però, appunto, soltanto lo spazio di un «Intermezzo», per cedere subito il passo alla certezza di una risposta gioiosa. Tutta la parte centrale delle Novellette (dalla quarta alla sesta compresa) rappresenta infatti il sogno animato di una festa di nozze, con brindisi e balli. E volendo continuare sulla falsariga di un immaginario programma, immagine appena sbiadita della tensione compositiva che pulsa in queste pagine e si realizza nella musica, ecco che la compostezza un po' inquieta e venata di nostalgia della settima Novelletta potrebbe significare l'improvvisa, straniata percezione di un'assenza: quella della sposa. Colei apparirà, Stimme aus der Ferne («voce che viene da lontano», così la didascalia), soltanto verso la fine dell'ottava Novelletta, dopo i sussurri e i sorrisi dei due Trii, sotto forma di una semplice melodia, un motto che fra breve assumerà forma completa e si disegnerà con nitidezza. Clara, naturalmente, trionfante e circonfusa di luce: attorno a lei tutto si ravviva, mentre la festa riprende, con una intimità più piena, conducendo fino alle soglie dell'estasi.



Musica: Robert Schumann
  1. Markirt und kraftig (fa maggiore)
  2. Ausserst rasch und mit Bravour (re maggiore)
  3. Leicht und mit Humor (re maggiore)
  4. Ballmassig. Sehr munter (re maggiore)              
  5. Rauschend und festlich (re maggiore)
  6. Sehr lebhaft (la maggiore)
  7. Ausserst rasch (mi maggiore)
  8. Sehr lebhaft (re maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: 1838
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1939
Dedica: Adolf Henselt





R.Schumann:  Novellette op.21 n.1 (Piano & Orchestra)



R.Schumann - Novellette op-21 n.1 ( V. Ashkenazy)



R.Schumann- Novellette in F. Major, op 21 n.1- Yun Chih  Hsu ( Taiwan)










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