venerdì 12 giugno 2015

FULLONE DARIO - Gioacchino Rossini, Sonata a quattro n. 1 in Sol maggiore


Compositore:    Gioachino Rossini
Raccolta da cui è tratta: Sei sonate a quattro
Tonalità: Sol maggiore (Sonata I)
Tipo di composizione: Sonata per quartetto d'archi
Epoca di composizione: estate del 1804
Prima esecuzione: Casa Triossi, Conventello di Ravenna
Dedica: Agostino Triossi
Durata media: 16' circa (solo la prima sonata), 75' circa (raccolta completa)
La Sonata a quattro n. 1 in sol maggiore fa parte di una raccolta di sei sonate per archi, composta nell'estate del 1804 dal compositore Gioachino Rossini. Ogni sonata prevede la seguente strumentazione: 2 violini, violoncello, contrabbasso.

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Struttura musicale

La sonata (e in generale tutte le  sei sonate della raccolta) si articolano in 3 movimenti rispecchiando il medesimo schema tradizionale tripartito in forma di concerto, con due movimenti veloci ed uno centrale lento. 
Nello specifico la Sonata n.1 in Sol maggiore segue la successione Moderato/Andantino/Allegro.
La forma-sonata concepita da Rossini per questo lavoro presenta delle peculiarità. 
La Sonata n. 1 non è organizzata convenzionalmente secondo l'alternanza di due temi e di due aree tonali, ma procede per semplice susseguirsi di temi (nel Moderato), ed è avara nell'uso di transizioni fra un tema e l'altro.
Il perno su cui verte questa sonata può essere considerato complessivamente un susseguirsi cantabile di idee melodiche in forma ternaria.
Le sei sonate a quattro, furono composte da un precoce Gioachino Rossini all'età di dodici anni durante le vacanze estive passate presso la tenuta di Conventello di Ravenna nella casa della ricca famiglia Triossi. Il musicista fu ospitato grazie all'interessamento del giovane Agostino Triossi, appassionato contrabbassista autodidatta, il quale lo invitò a scrivere della musica da camera oltre che per suo intrattenimento, anche per il diletto dei cugini Luigi e Giovanni Morini, suonatori rispettivamente di violino e violoncello. Questa precoce e felice fase compositiva durò complessivamente tre giorni, così come testimonia lo stesso Rossini in una mordace nota autocritica posta in calce alla parte manoscritta per violino ritrovata anni dopo e dal musicista ritenuta persa in casa Triossi.
La raccolta ebbe circolazione successivamente, intorno al 1825, quando in Italia furono pubblicate da Giovanni Ricordi per quartetto d'archi tradizionale (con viola e violoncello al posto di violoncello e contrabbasso) e con l'esclusione della terza sonata. Seguirono altre edizioni, anche straniere, con nuove trascrizioni: celebre per esempio fu quella per fiati.


Caratteristiche
Vennero alla luce durante il primissimo periodo artistico di Rossini, il quale egli stesso citerà affermando ironicamente, circa la composizione di queste sonate, di non aver preso fino ad allora lezioni di accompagnamento. Ancora lontani erano gli studi fatti sui classici viennesi o le influenze che essi con il loro tipico lavoro ad intarsio fra tutti gli strumenti in organico potevano avere sulla sua scrittura giovanile. Infatti Rossini si ispira al modello che gli era forse più congeniale o più vicino, ovvero la scuola italiana. Da essa attinge l'ispirazione ed il gusto della melodia, che sovrasta sul semplice accompagnamento degli strumenti antagonisti.

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