domenica 14 giugno 2015

FULLONE DARIO - W. A. Mozart, “Voi che sapete che cosa è amor” da "Le nozze di Figaro"

Voi che sapete che cosa è amor



Una arietta tratta dal secondo atto dell’Opera buffa “Le nozze di Figaro” K.492 di W. A. Mozart, cantata dal personaggio del “cherubino” (paggio del Conte), generalmente col registro vocale di soprano o mezzosoprano



 La partitura di Mozart prevede l'utilizzo di
Il basso continuo nei recitativi secchi è garantito dal clavicembalo o dal fortepiano, e dal violoncello.
Brevi accenni alla trama:

Nella sua seconda e più celebre aria, il paggio Cherubino è invitato a intonare davanti alla Contessa la canzone che lui stesso ha composto e che, nel corso del primo atto, aveva affidato a Susanna affinché la leggesse "a tutte le donne del palazzo".
Una scena da "Le nozze di Figaro"
 

Proprio Susanna lo accompagna con la chitarra, in realtà "simulata" dal pizzicato ben scandito degli archi dell'orchestra, mentre il resto dell'accompagnamento è fornito dagli strumenti a fiato (meravigliose, a proposito, quelle tre note che i corni che suonano quasi all'inizio, nella quarta misura): si tratta dunque di un brano "diegetico", che si immagina cioè cantato (e non parlato) anche all'interno della finzione scenica, come altre celebri canzoni dell’opera lirica (si pensi alla serenata di Don Giovanni nell’omonima opera di Mozart o – per restare dalle parti di Beaumarchais – a quella di Lindoro ne "Il Barbiere di Siviglia"). Per questo motivo la melodia, il ritmo e l'accompagnamento musicale – almeno a una prima impressione – appaiono assai semplici e schematici: la magia di Mozart, però, consiste proprio nel dare vita a momenti di grande poesia e bellezza anche attraverso costruzioni esili ed essenziali.

Di seguito l'interpretazione di Cecilia Bartoli

Testo dell'aria
"Voi che sapete che cosa è amor,
donne, vedete s'io l'ho nel cor.
Quello ch'io provo vi ridirò,

è per me nuovo, capir nol so.

Sento un affetto pien di desir,
ch'ora è diletto, ch'ora è martir.
Gelo e poi sento l'alma avvampar,
e in un momento torno a gelar.
Ricerco un bene fuori di me,
non so chi'l tiene, non so cos'è.
Sospiro e gemo senza voler,
palpito e tremo senza saper.
Non trovo pace notte né dì,
ma pur mi piace languir così.
Voi che sapete che cosa è amor,
donne, vedete s'io l'ho nel cor".


Trattandosi dell’esibizione di un ragazzo emozionato davanti a una dama di cui è dichiaratamente invaghito, gli allestimenti dell’opera ricorrono talvolta alla trovata di mostrare all’inizio del brano un Cherubino timido e titubante, che progressivamente – man mano che la canzone procede – si fa sempre più sicuro di sé e acquista coraggio. Il fatto che il testo della canzone renda espliciti i suoi turbamenti amorosi, peraltro, non può certo aiutare il paggio a sentirsi a proprio agio durante il canto.

Altre interpretazioni:
Teresa Berganza 


Frederica Von Stade


Maria Ewing

Rinat Shaham


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